La cucina cinese ha grande notorietà in tutto il mondo. Grazie alle numerose comunità cinesi presenti in ogni angolo del pianeta (le famose Chinatown) abbiamo oggi a disposizione una moltitudine di ristoranti dai sapori unici. Ma chi di voi, mentre siete intenti a mangiare un delicato involtino primavera, si è mai chiesto quali caratteristiche ha la gastronomia cinese?
Alcuni storici fanno risalire la storia della cucina cinese all’uomo di Pechino e all’uso che seppe fare del fuoco già 400.000 anni fa. Altri studiosi preferiscono individuarne le origini nell’età della pietra, basandosi su ritrovamenti che attestano come in quell’epoca fossero già praticate la coltivazione del riso e la produzione di spaghetti noodles.
Poco dopo l’espansione dell’impero, avvenuta durante la dinastia Qin e la dinastia Han, i cinesi divennero coscienti delle grandi differenze esistenti tra le varie tecniche culinarie praticate nelle diverse parti del regno. Queste diversità seguivano per lo più il variare del clima e delle risorse di cibo disponibili. A quel tempo fu creato un sistema che riconosceva quattro scuole principali, anche chiamate le “quattro grandi tradizioni”, poi ampliato fino ad includere otto scuole.
Le quattro grandi scuole sono quella dello Shandong che raggruppa tutte le cucine del nord, quella del Jiangsu, la cucina Cantonese e infine la cucina Sichuan, che raggruppa invece le cucine del sud-ovest. Si aggiungono poi delle sotto-cucine quali la buddhista o la musulmana che prediligono piatti vegetariani.
Per esperienza personale di viaggio posso assicurarvi che i cinesi sono dei gran mangioni, amanti del buon cibo e della convivialità. La carne in piccoli pezzi è la regina di moltissimi piatti, ma anche le verdure e la frutta hanno molta importanza nell'alimentazione. E se cenate al ristorante, ricordate che si ordinano i piatti, e si mangiano in comune, ciò che ordinate voi sarà mangiato anche dagli altri e viceversa. Può parere strano all'inizio ma è un bel modo di stare insieme.
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