Politica del figlio unico
Come è noto, il governo della Repubblica Popolare Cinese ha da tempo adottato la Politica del Figlio Unico (conosciuta in ambito internazionale con il nome di One Child Policy). Prevalentemente atta a dar corpo ad una politica di controllo delle nascite da parte dello Stato, allo scopo di contrastare l'incremento demografico della nazione.
Grandi campagne di sensibilizzazione dell'opinione pubblica vennero portate avanti alla fine degli anni Settanta, dall'allora Deng Xiao Ping, guida cardine del Paese. La preoccupazione dell'inarrestabile crescita della popolazione incominciò ad influenzare la politica governativa già nella seconda metà del secolo scorso; negli anni Sessanta il governo pensò ad una prima politica di pianificazione familiare. Nel decennio successivo, il sovraffollamento cinese viene considerato uno degli ostacoli principali di una possibile ripresa economica, nasce così la prima politica di pianificazione famigliare Wan Xi Shao (gravidanza in età avanzata, intervalli più lunghi tra la nascita di un figlio e l'altro).
Grandi campagne di sensibilizzazione dell'opinione pubblica vennero portate avanti alla fine degli anni Settanta, dall'allora Deng Xiao Ping, guida cardine del Paese. La preoccupazione dell'inarrestabile crescita della popolazione incominciò ad influenzare la politica governativa già nella seconda metà del secolo scorso; negli anni Sessanta il governo pensò ad una prima politica di pianificazione familiare. Nel decennio successivo, il sovraffollamento cinese viene considerato uno degli ostacoli principali di una possibile ripresa economica, nasce così la prima politica di pianificazione famigliare Wan Xi Shao (gravidanza in età avanzata, intervalli più lunghi tra la nascita di un figlio e l'altro).
Nel 1979 viene introdotta la politica del Figlio Unico, una sorta di politica di coercizione, più che campagna di persuasione. Drastiche le penalizzazioni adottate per le famiglie con più di un figlio (dipendenti statali): non si era autorizzati ad avere più di un figlio ed era previsto l'aborto e la sterilizzazione dopo la nascita del primo figlio. L'obiettivo del governo fu raggiunto intorno agli anni Novanta, con un abbassamento notevole dell'incremento demografico del Paese.
I risvolti sociali d'altro canto, non tardarono ad arrivare: vi fu un incremento dell'infanticidio di figlie femmine, dovuto ai privilegi accordati per tradizione alla discendenza maschile; vi è oggi di conseguenza una minore percentuale della popolazione femminile rispetto a quella maschile, una tendenza che va in senso opposto a quella di altre nazioni. In città, compresa la moderna Shangai, si doveva chiedere il 'permesso' al datore di lavoro, prima di poter intraprendere la prima gravidanza. In caso di seconda gravidanza, accidentale o meno, ancora una volta, l'aborto e la sterilizzazione erano le uniche opzioni a disposizione della coppia.
Il controllo statale sulla politica del figlio unico prevedeva l'istituzione di un vero e proprio ministero, atto al monitoraggio e alla verifica del rispetto di tale politica. Dal 2002, il governo cinese per legge applica la politica di pianificazione familiare. Le uniche eccezioni consentite dal governo, applicabili comunque senza continuità d'intento, hanno riguardato coppie appartenenti al settore agricolo, minorità etniche, coppie che a loro volta sono stati figli unici.
La politica del figlio unico è ancora attuata nelle città della Cina (ad esclusione di Hong Kong e Macao). Le autorità governative hanno dichiarato di aver potuto prevenire la nascita di 250 milioni di bambini dall'inizio della campagna di pianificazione all'anno 2000. Per maggiori informazioni, invitiamo il lettore alla consultazione di quanto previsto attualmente dalla campagna di pianificazione, che il governo cinese ha recentemente deciso di estendere per almeno un altro decennio (sito ufficiale della Commissione ministeriale cinese della Pianificazione Famigliare http://www.npfpc.gov.cn (in cinese e in inglese).
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