Approfondimenti
Taoismo
Con il termine “Taoismo” (o “Daoismo”) ci si riferisce ad una varietà di tradizioni filosofiche e religiose la cui formazione risale al periodo antico della Cina. Furono molte le diramazioni e differenziazioni che caratterizzarono l’evoluzione di questo pensiero filosofico ed è per questo che generalmente il taoismo viene diviso in tre categorie principali: il taoismo filosofico, basato sul testo del “Dao De Jing”, il taoismo religioso, composto da una insieme di movimenti religiosi originatisi durante la dinastia Han e il taoismo popolare, vissuto appunto come religione popolare. Questa già di per sè difficile differenziazione viene complicata ancor di più dalla natura profondamente ermetica degli insegnamenti taoisti le cui linee di demarcazione diventano alquanto labili.
Il padre della cultura taoista è stato il filosofo cinese Lao Tzu, vissuto intorno al IV o VI secolo a.C. non sono pochi gli studiosi che discordano non solo su un'effettiva data di nascita, ma anche sulla sua reale esistenza, collocando la vita del grande filosofo ad ambienti della mitologia cinese.
Il testo del Dao De Jing, così come è giunto fino a noi, consta di circa 5,000 caratteri divisi in 81 brevi capitoli o sezioni. In realtà questa suddivisione non sembra appartenesse alla stesura originaria che era probabilmente organizzata in modo più fluido e scorrevole, ma fu aggiunta in seguito per facilitarne la memorizzazione e la stesura dei commentari. Il numero dei capitoli potrebbe essere stato scelto in modo da farlo armonizzare con i leggendari 81 anni che Laozi passò nel grembo materno. Lo stile del Dao de Jing è laconico e contiene pochissime particelle grammaticali: i suoi versi, molto ritmati e spesso anche in rima, sono frequentemente oscuri ed esprimono in modo poetico concetti profondamente criptici ed esoterici. Ne consegue che il Dao De Jing può venir letto secondo molte chiavi di interpretazione diverse, ma, qualunque di esse si scelga, rimangono comunque alcuni temi e concetti fondamentali che sono alla base della filosofia taoista.
Primo fra tutti è l’ineffabilità del Dao che è senza nome, senza forma o distinzioni e trascende il comune linguaggio. “Dao” significa “via”, “cammino”, ma può anche significare “dottrina” o “principio” ed è usato per significare la vera e fondamentale natura dell’universo. L’ontologia taoista non è statica, bensì in continua attività ed il Dao descrive simultaneamente sia uno stato di esistenza anteriore alla nascita del tempo e dello spazio, sia il principio creatore dell’universo da cui si sviluppano e in cui sono contenute tutte le cose. Dal Dao ha anche origine il principio duale di yin e yang che caratterizza tutte le cose: sono questi due opposti mutuamente complementari che rappresentano l’insieme delle antitesi e delle correlazioni di ogni fenomeno naturale che vengono percepite dall’uomo. Yin e yang sono in costante equilibrio dinamico e al declino di uno corrisponde l’ascesa dell’altro: è secondo questo principio che si basa l’avvicendarsi delle stagioni, l’alternarsi di luce e tenebre e il ritorno allo stato di quiescienza che segue ciascuna azione. Bisogna sottolineare che nella concezione taoista del mondo questa dualità in realtà non esiste e non è nient’altro che un’illusione percepita dall’uomo nell’esperienza che fa del mondo attraverso i suoi sensi.
Il De, ovvero la “virtù” che costituisce la seconda metà del titolo nonchè del testo stesso è invece la forza espressiva del Dao: mentre il Dao dà l’esistenza, il De dà diversità. La virtù è quindi il vivere e coltivare la via del Dao. Altro principio di fondamentale importanza che viene descritto nel Dao De Jing è quello dell’wuwei che letteralmente significa “non-azione”, ma che viene più comunemente tradotto come “agire senza agire”. Il principio dell’wuwei implica il sapere quando agire e quando astenersi dal farlo, ma significa soprattutto “azione naturale”, ovvero l’azione che si svolge spontaneamente da sè, senza coscienza che ciò stia avvenendo in un preciso momento: è questo il principio secondo cui i pianeti rivolgono intorno al sole e le piante germogliano e crescono. L’wuwei ha come scopo l’armonizzazione con il Dao, negli antichi testi taoisti questo principio di inazione è associato con l’acqua e con la sua natura cedevole: l’acqua è sì duttile e fluida, ma può spostare la terra e scavare la roccia più dura.
Secondo la filosofia taoista l’universo si evolve armoniosamente secondo i suoi imprescrutabili principi e quando qualcuno esercita la propria volontà in antagonismo ad essi corrompe quest’armonia: come l’acqua non ha volontà, ovvero non ha bisogno di mantenere una forma specifica, ma puo assumere quella di qualsiasi contenitore in cui si trovi, così l’uomo deve porre il suo volere in armonia con quello dell’universo. Tutti gli esseri e tutte le cose non sono altro che una manifestazione del Dao che quindi è di per sè indifferenziato; nascita e morte quindi non sono altro che movimenti e trasformazioni di forma. Quando si arriva alla piena realizzazione di ciò si raggiunge una “coscienza priva di scelte” (anche definita come “chiara visione”) che permette l’accettazione del mondo e della sua armonia senza inutili sforzi per cercare di alterarla in cerca di benefici egoistici. L’uomo può così apprezzare la vita in ogni suo evento ed aspetto e può comprendere il proprio posto nel mondo come una parte di un tutto infinitamente più ampio e intimamente correlato, quel tutto che viene definito Dao.
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